Giovedì 2 marzo 2023, alle ore 17:30, presso il Collegio Borromeo di Pavia, si terrà la presentazione del libro “Alfredo Giuliani. La Biblioteca di Trimalcione” a cura di Andrea Cristiani, Adelphi Edizioni, Milano 2023.

Il curatore Andrea Cristiani dialoga con Federico Francucci (Università di Pavia) e Federico Milone (Università di Pavia).

« Grandi ingannatori, inventarono la dea Verità. Astuti rissosi e schiavisti, escogitarono la democrazia; ma non venne mai loro in mente di farne una divinità: la dea della convivenza era Dike, Giustizia. Dai greci si fa strada l’idea, squisitamente occidentale, che la vita è qualcosa di diverso da tutto il male che se ne può pensare. Giorgio Colli, in Dopo Nietzsche (libro prezioso, di profonde trasparenze), attribuisce ai greci la scoperta di una soluzione contro il pessimismo radicale: è la concezione della vita come gioco, la frivola incuranza degli dèi per la necessità, in altre parole è “il pensare senza finalità”, quindi anche il gusto per il travestimento e il piacere del rischio non calcolato (“rischiare tutto per qualcosa che non ne vale la pena”). Empedocle che si getta nelle fiamme dell’Etna, ecco la leggenda di un atto “gratuito” nel quale pensiero e teatralità sembrano perfettamente solidali ».

Si può amare il De rerum natura? Sì, a patto, spiega Giuliani, di rovesciare la credenza comune secondo la quale Lucrezio mette in versi la dottrina materialistica epicurea. Si imporrà allora quel «razionalismo visionario» che, attraverso l’esplorazione dei fenomeni di ogni ordine, « si esalta oltre le mura fiammeggianti del mondo».

Ma rovesciare la credenza comune richiede – direbbe Manganelli – qualcosa di più di un sapere «da professore o da irto pedagogo». Esige un lettore avido di «trangugiare polpa di chimere» e di accumulare biblioteche personali, capace di gelose relazioni (con Kierkegaard, per esempio) come di improvvise scoperte e meditate ripulse; un critico tanto immune da timorati specialismi e paralizzanti gerarchie da sentirsi a proprio agio discorrendo del mondo «fragile e tenace come una ragnatela» della Storia di Genji o della patafisica di Jarry, «scienza ingorda di annettersi l’universo». E, soprattutto, uno scrittore in grado di afferrare ciò che ha letto e di restituirlo con memorabile incisività: così il Samuel Johnson di Boswell è una specie di «Pickwick ciceroniano», l’amato Leopardi «un materialista platonico», Cioran «un dandy della maldicenza metafisica», e Se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino «un trucco d’amore per attrarre la letteratura nel vuoto e lasciarla lì sospesa».

Senza questa fatale qualità, del resto, Giuliani non sarebbe riuscito a trasmetterci la sua passione – e insieme a irriderla: «Non sono forse così, abbuffate trimalcioniche, vuoti farciti di studiate leccornie, le nostre incessanti letture…?».

Poeta, critico letterario (fu tra i protagonisti del Gruppo 63), docente universitario, Alfredo Giuliani (1924-2007) è autore, fra l’altro, di Il giovane Max (Adelphi, 1972) e Le droghe di Marsiglia (Adelphi, 1977). Gli interventi radunati nel volume sono usciti, per lo più, su «la Repubblica», fra il 1977 e il 1998.

L’evento è organizzato dal Centro di Servizio Centro per gli Studi Sulla Tradizione Manoscritta di Autori Moderni e Contemporanei dell’Università di Pavia.

Locandina “Alfredo Giuliani. La Biblioteca di Trimalcione”

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