Sei ancora quello della pietra e delle fionda… Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra… Io non voglio che il sangue torni ad inzuppare il pane, i legumi, la musica… Se di odio e violenza riempite la Terra, non siate bugiardi: chiamatela guerra!Pace è ancora non avere fame non avere freddo non avere paura… E nel mondo, oggi come sempre, ci sono tante guerre… Cessate di uccidere i morti. Non gridate più, non gridateMi sono seduta e ho dipinto la pace… Via, pensieri, voi, nubi autunnali! Ora è la primavera dorata!… Riderò attraverso le lacrime, intonerò canzoni nel dolore, spererò comunque… Uomo del mio tempo… Converseremo finché non spunterà l’aurora

Da Quasimodo a Rodari, da Neruda a Giacone, da Brecht a Ungaretti, da Sorek a Lesja Ukrainka, a Quasimodo (ancora una volta), a Taras Shevchenko: diamo la parola al verso, alla poesia. Nessuno slogan da urlare.

La comunità accademica (nessuno è escluso) si ritroverà nel cortile delle statue, e lì rimarrà in silenzio.

Alla pace che vogliamo subito e dappertutto dedichiamo la pausa-pranzo, pensando che altrove, nel mondo vicino e lontano, la guerra rende interminabile la pausa del pranzo, irreversibile la pausa dalla vita.

L’Università di Pavia invita tutti a stare insieme per un’ora di resilienza (nel cortile, in piedi o seduti con le mani per terra, in silenzio, tanti: tutti): varrà come quel battito d’ali che crea un uragano dall’altra parte del mondo.

Vogliamo dire che ci siamo: e basta!

L’inverno è finito (finisce proprio il 21 marzo): e vogliamo che finiscano pure i tanti inverni di guerra che l’umanità sta vivendo.

Ci siamo per la pace, per l’accoglienza, per l’inclusione.

Ci siamo per il popolo ucraino, per il quale vogliamo la pace!

Ci siamo e non dimentichiamo nessuno dei teatri di guerra (civile e non), che, purtroppo, sono tanti (troppi!). Vogliamo la pace in Aceh, in Afghanistan, in Algeria, Burundi, Brasile, Colombia, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea-Etiopia, Filippine, Yemen, Iraq, Israele-Palestina, Libia.

Programma

13:00: Ritrovo nel Cortile delle statue

13:30: Poesia e Musica

14:00: Fine della performance: congedo silenzioso

Tutti sono invitati: studenti, personale docente, personale amministrativo.

È obbligatorio l’uso della mascherina FFP2.

Locandina “L’Università di Pavia per la pace”

Comunicato Stampa Pavia per la Pace

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