La speleologia e la biospeleologia hanno radici profonde nell’Università di Pavia. Ne è testimonianza l’archivio documentale del Prof. Mario Pavan (1918-2003). Laureatosi a Pavia in Scienze Naturali e poi docente per oltre cinquant’anni nel nostro Ateneo.

I primi interessi scientifici sono stati proprio per la speleologia e successivamente per la biospeleologia e l’entomologia. Le prime esplorazioni di grotte sono al seguito dei suoi maestri, Corrado Allegretti, Leonida Boldori, e Gian Maria Ghidini, che poi lo condusse a lasciare Brescia e a studiare all’Università di Pavia. L’interesse speleologico è poi proseguito con gli amici Salvatore Dell’Oca e Augusto Binda, e con la moglie Mirte Tirini. Questi nomi importanti della speleologia sono ora ricordati in un sito web che ne raccoglie le biografie e le pubblicazioni scientifiche. Si tratta di una biblioteca speleologica virtuale creata per facilitare l’accesso a materiali documentali altrimenti difficilmente reperibili.

Nata grazie all’impegno di due speleologi e archeospeleologi contemporanei, Graziano Ferrari ed Elena Rognoni, con la collaborazione di Gianni Pavan e di Saba Dell’Oca, figlio di Salvatore Dell’Oca, vuole essere un primo passo per la costruzione di un network di risorse online dedicate alla speleologia.

Le testimonianze lasciate dal Prof. Mario Pavan sono molteplici; la collezione entomologica donata all’Università di Pavia, che include, oltre ai campioni raccolti dallo stesso Pavan, anche le pregevoli collezioni di Ottavio Borra (1890-1954) e di Gian Maria Ghidini (1911-1974). Al Museo Kosmos è affidata, oltre alla collezione entomologica, anche una serie di altri reperti e una ampia collezione bibliografica.

Tuttavia, la maggior parte del materiale documentale di argomento speleologico di Mario Pavan, scritti e rilievi di grotte, è stata donata alla Biblioteca Speleologica “F. Anelli” dell’Università di Bologna, la più importante a livello mondiale, anche per ricongiungerla alla biblioteca speleologica di Salvatore dell’Oca, prima custodita dall’Istituto di Entomologia dell’Università di Pavia e poi donata all’Università di Bologna dagli eredi. Durante l’ultima guerra, i rilievi delle grotte bresciane servirono anche a dare rifugio sicuro a partigiani ed ebrei.

L’archivio dei documenti di Mario Pavan è custodito presso il Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia; nonostante le donazioni fatte alle Università di Pavia e di Bologna, la mole dei documenti è tuttora imponente e riserva ancora sorprese. Lo studio e la catalogazione prosegue grazie all’impegno dei figli Gianni Pavan e Gabriella Pavan che con risorse proprie stanno catalogando e digitalizzando i materiali, tra i quali emergono ancora testimonianze speleologiche. Informazioni preziose che confluiscono nella biblioteca virtuale che riunisce online gli amici speleologi di un tempo.

http://www.unipv.it/cibra/MarioPavan.html

http://www.gwferrari.it/RivisteSpeleo/0223168729.html

[Nell’immagine: Mario Pavan, Prealpi bresciane, 1938]

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