Il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia (Corso Strada Nuova, 65) ospiterà dal 16 ottobre al 6 dicembre 2018 la mostra “ALL YOU NEED IS ROCK. Dai Beatles ai Genesis (1965-1973), l’invenzione dei giovani in Italia”. L’iniziativa è finanziata dall’Università di Pavia per la promozione delle attività culturali e ricreative degli studenti.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Studenti del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia che ha sede a Cremona, ripercorre l’arrivo delle band anglosassoni in Italia dal 1965 – data della celebre ‘calata’ dei Beatles – al 1973, con il secondo tour dei Genesis lungo la penisola, attraverso le performance di Rolling Stones, Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Pink Floyd e altri.

La mostra ricostruisce ‘in diretta’ il racconto di questi eventi grazie a immagini fotografiche (scattate da professionisti e amatori, nonché giovani musicisti come Fabio Treves), articoli di quotidiani e periodici, memorabilia e fanzine.

La ricerca è stata condotta dagli studenti su fonti di prima mano, con la supervisione scientifica di Alessandro Bratus – docente di Musiche popolari contemporanee – e Elena Mosconi – docente di Storia della fotografia –. I ragazzi, oltre a consultare le principali riviste del periodo 1965-1973, si sono addentrati in numerosi archivi fotografici (Centro Apice – Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale dell’Università di Milano, Csac di Parma, Archivio Leoni di Genova, Archivi Farabola, Archivio Rodrigo Pais dell’Università di Bologna) e nelle collezioni private di Mino Profumo e Furio Sollazzi, accostando alla ricerca scientifica la scoperta appassionata di giovani di generazioni precedenti, in un confronto di stili, di immagini e immaginari.

L’epoca dei Beatles, dei Rolling Stones, dei Genesis segna un punto di svolta nel panorama musicale europeo così come nei gusti e nei consumi dei giovani. Una vera e propria rivoluzione si compie in primo luogo attraverso brani che nascono da una rinnovata commistione di stili in cui la dimensione globale e quella locale si intrecciano con la fioritura dell’industria discografica a livelli mai raggiunti prima. A ciò si accompagna la presenza di musicisti che incarnano un cambiamento radicale nella performance, nel modo di fare musica, di stare sul palco, di esprimere valori estetici, musicali, sociali.  Per i giovani, alla metà degli anni Sessanta, si tratta di una folgorazione. Non così per gli adulti i quali – in un panorama largamente conservatore come quello italiano – interpretano la calata delle band nel Paese come un attacco diretto alle generazioni più giovani che vanno difese e preservate: «sono uscito vivo dall’inferno dei Beatles», scrive Giovanni Arpino sulle pagine di «Tempo» dopo il concerto al Velodromo Vigorelli, mentre «Epoca» sottopone ai lettori ritratti di giovani in delirio, trasfigurati dai gesti e dalle urla rivolte ai beniamini anglosassoni.

La stagione dell’arrivo del rock in Italia – dai concerti di metà anni Sessanta a quelli di metà anni Settanta – resta però ancora da indagare in quanto ‘fenomeno’. La mostra riporta alla luce le tracce disseminate nei media e nelle raccolte dei fan. Tracce indirette come gli LP, supporti materiali organizzati e complessi da un punto di vista musicale, dotati di una forza comunicativa inedita e dirompente espressa anche attraverso la grafica delle copertine. Oppure tracce visive come le immagini, catturate da fotografi d’agenzia per le pagine dei settimanali illustrati, che segnano una vera e propria cesura nella storia del fotogiornalismo perché per la prima volta non si limitano agli interpreti ma immortalano il pubblico dei fan. Colti dall’obiettivo mentre si lasciano andare a balli, urla, gesti che esprimono la loro partecipazione all’evento, i giovani diventano veri e propri coprotagonisti del concerto, inseparabili dai loro beniamini. E ancora tracce memoriali come quelle lasciate dai cronisti, desiderosi di raccontare band e pubblici, benché impreparati a capire una generazione di ragazzi che sta mutando sotto i loro occhi. Infine tracce conservatesi nel tempo grazie alle collezioni dei fan, memorabilia che rivelano un rapporto viscerale con i propri beniamini, o i loro racconti che sono stati raccolti da Daniela Bonanni, in particolare nell’iniziativa “Io c’ero”. Tra i numerosi fili narrativi che la mostra porta in primo piano, infatti, c’è anche la testimonianza dei giovani pavesi che hanno assistito al concerto dei Genesis a Pavia, svoltosi il 14 aprile 1972.

Insomma: nella varietà delle forme, dei suoni, delle fisionomie in cui si manifesta, il rock mette l’Italia in movimento, consegnando agli anni Settanta un Paese più moderno.

La mostra “ALL YOU NEED IS ROCK. Dai Beatles ai Genesis (1965-1973), l’invenzione dei giovani in Italia” è organizzata dall’Associazione degli Studenti di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia (in particolare Federico Ercoli, Gaianè Kevorkian, Roberta Licitra, Lorenzo Luise) con la supervisione dei Proff. Alessandro Bratus e Elena Mosconi, e con la collaborazione di Daniela Bonanni, Pierluigi Bontempi, Daniele Boschetto, Antonella Campagna, Sara Fontana, Mina Tomella, Sandra Vanni.

Grazie a: Biblioteca Universitaria di Pavia, Archivio APICE, Archivio CSAC – Università di Parma, Archivio Rodrigo Pais, Archivio Farabola, Cecilia Angeletti, Roberto Crema, Mino Profumo, Furio Sollazzi, Fabio Treves, Spaziomusica Pavia, Univers Pavia, Studenti della classe 3DL del Liceo Artistico Volta di Pavia e ai ‘testimoni’ del concerto dei Genesis a Pavia (14.4.1972).

L’inaugurazione, il 16 ottobre alle ore 17, vedrà la presenza di Fabio Treves, insieme agli organizzatori.

Locandina

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