Mercoledì 14 giugno 2017, dalle ore 14.30, presso la Camera dei Deputati (Sala Stampa – Via Della Missione, Piazza di Montecitorio, 00186 Roma), si terrà la presentazione del libro “Non sono affari loro. Dialoghi sulle mafie nell’economia italiana”.

Intervengono:

Rosy Bindi (Presidente della Commissione parlamentare antimafia)

Enzo Ciconte (Università degli studi di Pavia)

Toni Mira (giornalista Avvenire)

Giovanna Torre (Rettrice Collegio Universitario S. Caterina da Siena e curatrice del volume)

Introduce: Chiara Scuvera (Commissione Attività produttive Camera dei deputati)

«Esiste un esercito di insospettabili che lavora per le mafie, fatto di imprenditori, liberi professionisti, impiegati e funzionari dello Stato, ma anche di magistrati e di appartenenti alle forze dell’ordine.  C’è chi nel proprio settore si piega per ragioni di convenienza a rapporti con le organizzazioni mafiose, mettendo a disposizione di esse il proprio know how specialistico»: così il procuratore aggiunto Michele Prestipino, coordinatore delle indagini su Mafia Capitale, che con Rosy BindiGian Carlo Caselli  e Rocco Sciarrone, tra gli altri, firma questi dialoghi sulle mafie nell’economia in Italia, da cui emerge che il prezzo di quegli affari criminali lo paga l’economia sana e, di conseguenza, la società intera. Non sono quindi solo affari loro, ma soprattutto nostri.

Il volume “Non sono affari loro dialoghi sulle mafie nell’economia italiana” (Edizioni Santa Caterina, 152 pagine, 12 euro) nasce dagli incontri pubblici organizzati dal Collegio Universitario S. Caterina di Pavia a corollario del corso in “Storia delle Mafie italiane” riconosciuto dall’Università di Pavia e tenuto dal professor Enzo Ciconte, già parlamentare e consulente della Commissione antimafia e uno dei massimi esperti di organizzazioni criminali.

Il saggio è curato da Giovanna Torre, avvocato e Rettrice del Collegio, e raccoglie interventi di persone che conoscono le mafie e le sue ramificazioni nel mondo dell’economia per averle studiate, sfidate o subite. Infatti oltre a magistrati come Prestipino, procuratore aggiunto presso la Procura di Roma, e Federico Cafiero de Raho, procuratore della Dda di Reggio e giornalisti da anni impegnati a coprire le vicende di cronaca della mafia come Serena UccelloToni Mira e Giovanni Bianconi, il libro ospita interventi di imprenditori come Gaetano Safiotti e come lo chef Filippo Cogliandro che hanno saputo opporsi al pizzo e alle minacce della ‘ndrangheta.

«Diceva Giovanni Falcone che se le cose sono così, non è detto che debbano andare avanti così – spiega Safiotti imprenditore nel ramo del movimento terra che da quando si è opposto alle cosche vive sotto scorta -. Nei fatti però di solito, quando c’è da rimboccarsi le maniche, si preferisce piangersi addosso piuttosto che reagire. In tutti i modi io cerco di dimostrare invece che non solo si può, ma si deve reagire se vogliamo avere diritti. Io sostengo sempre infatti che il diritto non è altro che il risultato di un dovere compiuto: quello di fare fino fondo la parte di cittadini».

Nei diversi interventi si copre un ambito molto vasto di quello che è il business che oggi interessa le mafie, al nord come al sud, dagli appalti edili, al commercio, all’agricoltura, fino al settore, sempre più in crescita del gioco d’azzardo. «Nelle pagine di questo libro – scrive Enzo Ciconte nella prefazione – sono raccontate tante storie e vicende inquietanti, ma anche fatti concreti che mostrano come stiano maturando e affermandosi, seppure ancora non con la velocità sperata, culture, movimenti e azioni concrete contro il pizzo, contro la presenza in attività legali come il gioco d’azzardo e i videogiochi, contro la presenza mafiosa in agricoltura, nella filiera del pomodoro, nell’emergere di forme di sfruttamento bestiale come quella del caporalato, la cui figura si pensava consegnata alla storia del movimento contadino italiano del secondo dopoguerra­».

Locandina

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