In Africa per “Ciak! Kibera” – un progetto di cooperazione internazionale realizzato dall’associazione di arte contemporanea Cherimus (Pagina Facebook), in collaborazione con Amani for Africa (Pagina Facebook) – anche un pezzetto di UNIPV.

Nairobi, capitale del Kenya, è una città di più di tre milioni di abitanti, ma più di un milione di questi vivono in slum, baraccopoli e bidonville. Kibera, un’area situata a sud della metropoli, è il più grande slum dell’Africa, popolato da circa 700mila persone. Il progetto “Ciak! Kibera” si concretizza in una serie di workshop dedicati all’arte, alla musica, alla comunicazione e alle tecnologie multimediali e si rivolge a un gruppo di giovani residenti nelle periferie della capitale.

L’esperienza si concluderà con la realizzazione di un cortometraggio frutto del lavoro svolto nei workshop. Alcuni degli alunni che partecipano al lavoro sono ex bambini di strada che hanno intrapreso un percorso di recupero e di reinserimento.

Il lavoro si svolge in gran parte presso la comunità di Kivuli, fondata nel 1997 dalle associazioni Koinonia e Amani, che accoglie bambini con un passato di vita sulla strada e che organizza attività di formazione.

“Con questo progetto – spiega Emiliana Sabiu, fondatrice di Cherimus, laureata a Pavia ed ex studentessa del Collegio Universitario S. Caterina – vogliamo allontanarci il più possibile dai cliché legati alla povertà e all’Africa, attraverso l’arte vogliamo esaltare i talenti ed evidenziare le potenzialità che questa città e i giovani con cui stiamo lavorando sanno esprimere.”

“Stiamo lavorando – racconta Guido Bosticco di Epoché, docente di scrittura all’Università di Pavia – con un gruppo di giovani di età molto diverse, dai 14 ai 27 anni, molti di essi vengono da esperienze di vita difficili. Alcuni sono studenti, altri hanno già una professione, anche nel mondo dell’arte e della comunicazione. Abbiamo impostato un lavoro differenziato che ha messo in luce il loro impegno e i loro interessi. Sono tutti giovani che, nonostante le sfide affrontate, hanno un’eccellente formazione scolastica e non hanno bisogno di altri stimoli, ma cercano un modo per incanalare la loro creatività e con il nostro lavoro cerchiamo di dare loro strumenti per farlo. Il nostro gruppo di lavoro è composto da artisti visuali, un regista, un fotografo e un musicista e il cortometraggio che stiamo producendo è un’occasione per trasferire competenze, dalla scrittura, alla realizzazione di un video, fino alla creazione di una colonna sonora. Una cosa è certa sin da ora, la formazione è reciproca poiché il lavoro che stiamo svolgendo è partecipativo ed è fonte per noi di grande ispirazione e di conoscenza sulla realtà di questa città dinamica e vivacissima”.

Partecipano all’iniziativa anche Guido Mariani (giornalista), Vince Cammarata (fotografo) e Andrea Canepari (regista).

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