Pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Drug Discovery (Nature Publishing Group) una Review su invito per indagare nuove terapie e strategie preventive per arginare la dilagante problematica del sovrappeso e dell’obesità. Tra gli autori anche il Prof. Andrea Frontini, afferente al Dipartimento di Sanità pubblica, Medicina sperimentale e forense dell’Università di Pavia.

Nel modello animale, l’attivazione del tessuto adiposo bruno (BAT) e la produzione di calore associata contribuisce a contrastare lo sviluppo delle anomalie metaboliche che si associano a un aumento ponderale di peso. Anche gli essere umani adulti hanno un BAT funzionale che partecipa al controllo del bilancio e della spesa energetica. In questo contesto l’Autore corrispondente, Prof. Saverio Cinti, Ordinario di Anatomia Umana presso l’Università Politecnica delle Marche, insieme a due dei suoi più stretti collaboratori, Prof. Antonio Giordano della stessa Università Politecnica e il Prof. Andrea Frontini, professore Associato di Anatomia Umana presso il Dipartimento di Sanità Pubblica Medicina Sperimentale e Forense della Facoltà di Medicina dell’Ateneo Pavese, discutono il concetto di organo adiposo ed evidenziano la fenomenale plasticità di questo organo.

La potenzialità del tessuto adiposo bianco (WAT) di modificare il suo fenotipo verso quello bruno, se adeguatamente stimolato, offre un’innovativa strategia terapeutica. La possibilità di modulare questo fenomeno di trasformazione, soprattutto a livello del comparto viscerale, dove il grasso svolge la sua maggiore azione ezio-patologica, apre la speranza di contrastare lo sviluppo di patologie come il diabete e le complicanze cardiovascolari che si associano soprattutto all’obesità di tipo addominale (più frequente negli uomini). Una riduzione nelle dimensioni degli adipociti viscerali e i primi fenomeni di espressione di proteine caratteristiche del BAT sono eventi già di per sé sufficienti a un miglioramento del quadro metabolico a livello sistemico.

Gli Autori propongono quindi l’utilizzo di farmaci già in uso per altri scopi terapeutici, ma che in trials clinici preliminari si sono dimostrati efficaci nello stimolare l’attivazione del BAT umano, per la messa a punto di terapia alternative per l’obesità. Inoltre, nuovi potenziali target molecolari vengono proposti, allo scopo di sviluppare farmaci che possano indurre un cambio di fenotipo da un tessuto anabolico come il WAT verso uno catabolico come il BAT, evento questo già dimostrato nel modello murino, ma ora auspicabile anche negli esseri umani.

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