Mercoledì 27 e giovedì 28 aprile 2016 presso l’Aula Goldoniana del Collegio Ghislieri di Pavia (Piazza Ghislieri, 5), si terranno le Giornate di Studio su Erich Auerbach “Mimesis 1946-2016”.

Le giornate sono organizzate dal Collegio Ghislieri di Pavia in occasione dei settant’anni dalla prima pubblicazione di Mimesis e sono dedicate a una delle più influenti figure della critica letteraria e della filologia del Novecento.

Le relazioni spazieranno dalla critica figurale a quella sulle letterature europee.

Interverranno Maria Luisa Meneghetti, Mario Domenichelli, Pietro Cataldi, Guido Lucchini, Lorenzo Renzi, Daniele Giglioli, Federico Bertoni, Riccardo Castellana, Federico Francucci.

Moderatori: Clelia Martignoni, Maria Antonietta Grignani, Guido Lucchini

Erich Auerbach (1892-1957) è stato un filologo romanzo la cui opera ha come base la stilistica tedesca, ma anche una forte componente storicistica. Si è occupato dello studio della rappresentazione seria e problematica (quindi non comico-parodica o grottesca) della realtà nella letteratura europea antica e moderna. La sua indagine cerca la radice della rottura della separazione classica degli stili, secondo cui solo la materia elevata e nobile era degna di uno stile tragico e di una seria riflessione. Segue poi le tracce dello sviluppo di una visione del mondo in cui tutti gli elementi della società e della realtà in generale – dai più umili ai più alti – sono degni di una rappresentazione non relegata alla sfera e allo stile comici. Si è occupato della Bibbia, di Petronio e di Sant’Agostino; poi di Dante, Boccaccio, Cervantes fino a Montaigne, Stendhal, Balzac, Zola e Flaubert, per finire con Proust e Wolf – solo per citare alcuni grandi nomi.
In Italia Auerbach è particolarmente noto per gli studi sul realismo figurale medioevale, in particolare nell’opera di Dante. La visione figurale è quella concezione per cui ogni singolo evento storico, ogni accadimento della vita reale degli individui e ogni creatura trova il proprio senso ultimo e la realizzazione definitiva in atto della propria potenza nel disegno provvidenziale voluto da Dio, e quindi nella vita oltre la morte promessa dalla venuta di Cristo. Questo non nega la concretezza e l’importanza della realtà terrena né rilega a sola allegoria la relativa realizzazione ultramondana, ma fa dell’una il complemento dell’altra.

In allegato il programma completo:

Locandina

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