Il Collegio F.lli Cairoli di Pavia ospiterà fino all’11 febbraio 2023 nella Galleria Marco Fraccaro l’esposizione di Mauro Bellucci “L’incostanza del cambiamento”.

L’inaugurazione si terrà giovedì 26 gennaio, alle ore 18:00.

Tutto ebbe inizio quel giorno in cui Mauro Bellucci si trovò a passare davanti alle vetrine di una galleria d’arte del centro storico di Milano. Era la vernice di una mostra di studenti di calligrafia cinese. La visione di quelle opere fece riemergere, in Bellucci, l’attenzione e il piacere con cui aveva seguito all’Università i corsi di lingue e scritture orientali. La decisione fu immediata: si sarebbe iscritto a uno di quei corsi.

Inizia così un severo percorso per apprendere le basi fondamentali delle tecniche giapponesi caratterizzate da sovrapposizioni di elementi di carta di vario tipo tagliati a filo d’acqua (tecnica di taglio che lascia i contorni ammorbiditi, sfrangiati e sfumati), oppure strisce di carta dipinte con varie gradazioni di grigio e nero disposte il più delle volte in verticale e in parallelo, rifacendosi in questo ai principi di base dell’estetica giapponese dell’iki.

Dal pittogramma, cioè un simbolo, un disegno stilizzato che ha la capacità di restituire con immediatezza visiva un concetto, alla texture, cioè a un sistema complesso di segni che animano la superficie, il passo è breve, direi obbligato: Bellucci per quanto innamorato delle lingue e culture orientale è figlio dell’Occidente. Infatti si manifestano nei suoi lavori, via via con maggior evidenza, le influenze della grande cultura visiva e artistica occidentale: dalle composizioni stimolate dai linguaggi dell’Astrazione a quelle che registrano l’attenzione verso l’Informale e negli ultimi lavori, dai tratti tipici dell’Espressionismo Astratto, appare evidente di come Bellucci avverta l’inquietudine dei nostri tempi.

I materiali usati e il metodo del loro utilizzo in Pittura sono la Verità: ciò che concretamente vediamo dell’opera è il vero contenuto. Quando usiamo le parole per illustrare l’opera, di fatto, facciamo il lavoro tipico di un traduttore, cioè traduciamo i contenuti presenti nell’opera dal linguaggio visivo al linguaggio verbale.

Di qui l’invito a osservare con attenzione le opere di Bellucci: si percepisce come la tecnica si affini col passare del tempo e di come la maggior padronanza stimoli l’interesse di Bellucci al confronto con le tendenze contemporanee. L’apprendistato nato con lo studio della calligrafia, coltivato con gli innumerevoli esercizi per produrre pittogrammi, infine sviluppa una raffinata padronanza tecnica che diventa cifra espressiva, linguaggio visivo colto e raffinato che permette a Bellucci di essere presente, con tratti di originale autonomia, sulla scena artistica che conta.

Pino Je

Mauro Bellucci nasce nel 1959 a Voghera, città nella quale risiede e lavora tuttora. Dopo studi linguistici e una tesi di laurea in lessicografia giapponese presso l’Università di Pavia, si è dedicato per alcuni anni alla pratica della calligrafia estremo-orientale classica. Partendo da queste basi, alle quali si sono aggiunte negli anni le frequentazioni di ambiti culturali legati all’estetica orientale, in particolare quella giapponese, si è poi dedicato a mediare queste esperienze con una visione e un gusto più vicini alla propria matrice occidentale. Attivo dal 2005, ha esposto in svariate personali e collettive in Italia e all’estero.

Orario galleria: giovedì, venerdì, sabato, dalle 17.00 alle 19.00

Ingresso libero.

Locandina “L’incostanza del cambiamento”

[Immagine di apertura: Un particolare di una delle opere di Mauro Bellucci]
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