Si è tenuto mercoledì 30 novembre 2022, presso la sede centrale dell’Università di Pavia, l’evento finale del progetto finanziato dal Bando Ricerca Sociale di Fondazione Cariplo “Pension reforms and spatial-temporal patterns in healthy ageing”, coordinato dall’Università di Pavia che per tre anni ha studiato con un approccio multidisciplinare l’impatto delle politiche sociali sugli stili di vita e i determinanti di salute, inclusa la salute mentale nei soggetti anziani.

L’invecchiamento progressivo della popolazione, indubbia conquista dei contesti ad alto reddito, pone importanti sfide ai sistemi di welfare sociale e sanitario. Il progetto si è prefisso l’obiettivo di esplorare le traiettorie di salute dei lavoratori italiani e lombardi e di quantificare l’impatto che il pensionamento ha sul benessere fisico e psichico della popolazione. I risultati presentati, per le diverse componenti progettuali, sono frutto del lavoro di un consorzio multidisciplinare, l’Italian Working Group on Retirement and Health, che coinvolge esperti di sanità pubblica, epidemiologi, economisti e psichiatri delle Università di Pavia, Torino, Genova, Vita-Salute San Raffaele, Bocconi e dell’ASL TO3, coordinato dalla Prof.ssa Anna Odone, ordinario di Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università degli Studi di Pavia.

Il convegno organizzato a Pavia, introdotto dai saluti del Professor Pietro Previtali, membro della Commissione Ricerca Scientifica di Fondazione Cariplo e dal Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Prof.ssa Cristina Tassorelli, ha visto la partecipazione dei partner coinvolti nel progetto e la lettura magistrale introduttiva del Professor Guglielmo Weber, ordinario di Econometria presso l’Università degli Studi di Padova, Deputy Managing Director del progetto europeo SHARE (Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe), di cui è anche coordinatore dell’area Income & Wealth e Country Team Leader per l’Italia.

Tra gli output scientifici del progetto, lo studio condotto dai partner torinesi sui dati nazionali delle indagini ISTAT “Condizioni di salute e ricorso ai Servizi sanitari” e la “Rilevazione sulle forze di lavoro” che ha profilato i fattori di rischio e lo stato di salute fisica e mentale dei lavoratori anziani in Italia e l’analisi condotta dai ricercatori della Bocconi che ha esplorato gli effetti sulla salute e sul mercato del lavoro delle recenti riforme pensionistiche, incluse le conseguenze della legge Fornero sul lavoro e la salute delle donne.

“La nostra unità – commenta la Professoressa Odone – ha lavorato sull’effetto del pensionamento sui fattori di rischio comportamentali e i determinanti di benessere fisico e psichico. La transizione dalla vita lavorativa alla quiescenza rappresenta una tappa importante nella vita delle persone, i nostri dati dimostrano influisca in maniera indipendente e significativa, ad esempio, sull’esercizio fisico, l’abitudine tabagica e il ridotto rischio di sintomi depressivi, con un effetto più marcato nei primi anni dopo il pensionamento. È opportuno che interventi di prevenzione siano indirizzati a mantenere questo effetto protettivo nel tempo e siano pianificati ed implementati di concerto con i professionisti e le istituzioni coinvolte nella promozione dell’invecchiamento in salute.”

 

“Il pensionamento riduce di quasi il 20% il rischio di depressione, come emerge dai dati disponibili in letteratura su più di mezzo milione di soggetti” afferma Giacomo Vigezzi dell’ Università di Pavia, autore della metanalisi pubblicata su Epidemiology and Psychiatric Sciences, nel contesto del progetto. Parimenti, continua Vigezzi “le analisi condotte sui dati Participation, Labour, Unemployment Survey dell’ Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche su oltre 5.000 soggetti e pubblicate su BMC Public Health ci hanno permesso di evidenziare come il pensionamento risulti associato a un aumento superiore al 35% di praticare attività fisica e a un miglioramento del 26% nello stato di salute percepito nella popolazione Italiana”.

Come sottolineato dal professor Previtali in apertura, Fondazione Cariplo si dedica alla filantropia attraverso le proprie risorse economiche, progettuali e professionali, con lo scopo di supportare la realizzazione di progetti che – come in questo caso – mettano al centro il bene comune, la crescita delle persone e l’interesse collettivo. Contrastare le disuguaglianze, specialmente sostenendo le fasce più fragili della popolazione, e promuovere la crescita economica e sociale del territorio costituiscono oggi gli obiettivi principali della sua missione, come è chiaramente emerso dai contenuti della tavola rotonda che ha concluso la giornata.

Condividi su: